La tendenza che alcune persone hanno a mentire, a dire bugie, può seriamente condizionare le relazioni, di qualunque tipo e intensità esse siano. Talvolta, si tratta di semplici e innocenti bugie, altre volte la tendenza può divenire più pervasiva e rovinare inevitabilmente i rapporti umani e professionali. Si tratta in questo caso di una tendenza patologica a mentire, che diviene pertanto strutturale, la cosiddetta “menzogna”.
Chi è colui che dice bugie?
Colui che sente il bisogno di mentire solitamente sente un grande bisogno di difendersi, e il suo modo per farlo è quello di mettere una barriera tra sé e l’altro, tra sé e la verità. Forse perché la verità dichiarata potrebbe fargli perdere credibilità di fronte all’altra persona? O forse perché ha una compulsione a godere nel veder soffrire l’altro, cui sta mentendo? In ambedue i casi, la persona che mente sente il bisogno di mostrare un volto di sé non corrispondente a ciò che veramente è, ovvero agisce in base a una maschera, che la protegge dalla spiacevole sensazione di sentirsi nuda di fronte all’altro.
Al di là delle conseguenze che possono derivare da una relazione in cui uno dei membri è abituato a mentire all’altro, e che sicuramente portano molta sofferenza nella relazione, soprattutto a carico della persona cui si mente, bisogna riconoscere che chi dice bugie, chi mente, porta dentro di sé una sofferenza molto profonda e radicata, spesso difficile da individuare, portare allo scoperto e conseguentemente risanare. A volte il risanamento non può avvenire, perché la struttura di personalità della persona che mente è molto compromessa, e fare chiarezza in essa è molto, molto difficile, talvolta quasi impossibile.
Di cosa soffre chi dice bugie?
All’interno della persona che mente, c’è sicuramente una struttura di personalità che sente il bisogno di difendersi, creando una realtà parallela. Ha forse bisogno di sfuggire da qualcosa, da qualche verità scomoda? Oppure, sente che deve proteggersi in qualche modo? Ebbene, poiché una comunicazione permeata di bugie non può funzionare, e chi mente lo sa, anche se non lo riconosce a sé stesso, è evidente che nessuno la userebbe in modo inconscio se non perché ha qualche faccenda interna da risolvere.
Allora, nella maggior parte dei casi chi mente abitualmente sta semplicemente proiettando all’esterno una realtà interna. E se la finalità del mentire all’esterno è “farla franca”, per analogia lo è al proprio interno, in modo corrispondente. “La mano destra non sa quello che fa la sinistra” potrebbe essere la metafora più adatta a ciò che avviene all’interno di chi mente.
Ma se ciò è vero – e lo è probabilmente – questo significa che all’interno della persona che mente vi sono realtà psichiche tenute separate tra di loro, che non dialogano. Dunque, si può affermare che ciò di cui soffre chi dice bugie è una separazione tra alcune istanze della personalità, o subpersonalità, che giocano due ruoli complementari: colui che sfugge e colui che insegue colui che sfugge, il “bambino” discolo e il “genitore” severo, da cui il primo sfugge.
Cosa sente la persona che subisce le bugie?
Abbiamo analizzato alcuni aspetti della psicologia di una persona che abitualmente mente. Occupiamoci della persona che subisce le bugie e che è costretta a sopportare tale trattamento. Essa è, in definitiva, la vittima della persona menzognera, il cui scopo è manipolare una realtà per sé intollerabile, della quale la vittima non ha alcuna responsabilità.
Poiché spesso queste dinamiche sono responsabili del logoramento o della fine di molti rapporti intimi, vale la pena focalizzarsi su queste tematiche, oggi molto diffuse e tollerate, anche grazie a una certa concezione molto “fluida” della realtà, e all’indugiare sull’importanza dell’immagine, soprattutto dell’immagine ideale. Occorre invece riportarci all’essenza dei valori che caratterizzano la persona umana e i suoi rapporti con gli altri esseri umani, rapporti che hanno bisogno di dedizione e non di manipolazione.
Pertanto, determinati atteggiamenti non vanno sdoganati, e, anche se va riconosciuta la sofferenza di chi mente, è senz’altro più importante trattare e considerare quella di chi ne è vittima. Per nessun motivo chi mente è giustificabile nei suoi comportamenti, ne è anzi responsabile e deve essere posto nella posizione di riparare per aver causato sofferenza in altri. Colui che subisce l’atteggiamento menzognero è ferito, ingannato e tradito, e deve essere aiutato a proteggersi e a non sentirsi eventualmente colpevole per il comportamento menzognero altrui.
Il funzionamento di una relazione influenzata dalle bugie
Per quanto possa sembrare strano e inverosimile, molte relazioni funzionano come incastri, in cui l’atteggiamento nevrotico dell’uno è complementare a quello nevrotico dell’altro. In qualche modo, funziona, ovviamente al prezzo di molta sofferenza. Una relazione siffatta è come una dipendenza, difficilmente ci se ne riesce a liberare, perché la sofferenza va a compensare una propria dinamica interna.
Ad esempio, uno dei due partner, nel mentire all’altro può compensare un senso di frustrazione interno e, mentendo all’altro, ingannandolo, sviluppa una erronea sensazione di potere sull’altro, che allevia la sensazione di frustrazione. L’altro partner, dal canto suo, nel sentirsi giustamente frustrato e umiliato a causa della bugia, può a sua volta compensare un sentimento interno di colpa, e “scontarlo” subendo tale frustrazione. Talvolta, ciò che lega la persona vittima di un’altra che mente può essere un simile tipo di incastro.
Dunque, una relazione condizionata da bugie può reggersi su dinamiche simili, che nascondono corrispondenti dinamiche interne, che nulla hanno a che vedere con la parte della relazione che invece funziona in modo sano. Una relazione dove sono presenti dinamiche legate alla bugia, va risanata per correggere le dinamiche nevrotiche e per far vivere e prosperare quelle funzionali, che sono probabilmente quelle che hanno costruito la relazione fin dal suo inizio.
Quando la bugia diventa menzogna
Di fronte a qualcuno che ci mente, ci sentiamo impotenti e frustrati, perché, una volta che una persona ci ha mentito non sappiamo mai se e quando colpirà di nuovo. A meno che non ci sia un chiarimento approfondito, da parte della persona che mente, sul motivo per cui si è mentito, con una conseguente e consistente richiesta di scuse, è molto difficile fidarsi di nuovo.
Chi mente genera un senso di forte destabilizzazione nella relazione. Ma ci sono diversi gradi di mentire: si può andare dalla bugia innocente, che magari viene svelata e ci si ride su, alla bugia più strutturata, più reiterata, che viene negata quando viene scoperta, alla bugia molto persistente, che arriva a essere una menzogna, cioè un modus vivendi. In quest’ultimo caso, la sofferenza per la persona che la subisce e per il rapporto stesso, può essere insopportabile. Una menzogna è un’alterazione o falsificazione verbale della verità, perseguita con piena consapevolezza e determinazione.
Pertanto, ha un intento fortemente manipolatorio, volto a portare l’altra persona a credere a qualcosa che non è, magari proprio con l’intento di farla soffrire. In tal caso, il danno per la relazione è enorme e non c’è possibilità di risanarlo, a meno che la persona che lo genera non si ricreda e faccia ammenda del suo comportamento reiteratamente manipolatorio.
Dalla bugia alla menzogna – Domande Frequenti
Si tratta di un meccanismo di difesa, inconscio, che serve a non mostrare parti di sé considerate indesiderate. Il meccanismo può essere svelato, ad esempio, in un percorso di psicoterapia.
Una strategia potrebbe essere quella di farle venire allo scoperto, senza indagare troppo né cercare di mettere all’angolo il mentitore. Naturalmente, ciò dovrebbe essere fatto da una persona che non ne è direttamente vittima.
La persona in questione dovrebbe essere aiutata a rendersi conto dell’incastro in cui si trova nella relazione con il mentitore. Naturalmente, se ci sono anche sensi di colpa inappropriati e la persona non riesce a svincolarsi da un incastro, la forma di aiuto più appropriata è la psicoterapia.
La relazione può guarire se c’è una reale intenzione di portarla avanti, facendo ricorso alle risorse e alle energie buone che l’hanno caratterizzata all’inizio.
Tutto ciò dipende dal livello di consapevolezza che i membri di una relazione riescono a sviluppare. Le relazioni che riescono a fondarsi sulla verità e sull’autenticità, nonostante la tendenza di uno dei due membri a dire bugie, riescono a volte a superare la deriva che porta dalla bugia alla menzogna.